DAL 25 LUGLIO ALLA REPUBBLICA DI SALÒ
Il 1943 attraverso i notiziari dell’Agenzia Stefani

di Franco Arbitrio

Novembre

I fatti salienti del mese

Il 1° gli alleati attaccano la “linea Gustav” nella valle del Liri. Il 3 gli inglesi bombardano Düsseldorf. Il 5 un aereo sconosciuto lancia quattro bombe sul Vaticano. Il 6 i russi liberano Kiev. Il 9 la repubblica di Salò chiama alle armi i giovani delle classi 1924 e 1925; solo il 40 per cento si presenterà e molti diserteranno poco dopo. Dal 14 al 16 si riunisce a Verona il PFR, che approverà il “manifesto” con il quale si dichiarerà decaduta in Italia la monarchia e costruito un nuovo stato sociale repubblicano. Il 16 Badoglio istituisce un ministero di sottosegretari. Mussolini ricostituisce la milizia fascista; la X Mas di Valerio Borghese si pone al servizio di Salò. Il 18 la RAF bombarda Berlino. Il 23 Tito proclama in Jugoslavia la repubblica popolare, destituendo il re Pietro II. Il 24 il consiglio dei ministri di Salò stabilisce che dal 1° dicembre il nuovo stato si chiamerà Repubblica Sociale Italiana. Il 28 Vittorio Emanuele rinuncia ai titoli di Imperatore di Etiopia e Re d’Albania

Giovedì 4 novembre

Il nuovo stato fascista prosegue nelle modifiche formali: “In relazione all’instaurato nuovo ordine costituzionale la qualifica di prefetto è abolita ed è sostituita da quella di “Capo di Provincia”50.

Sabato 6 novembre

Un aereo sconosciuto poco dopo le 20 del 5 novembre sgancia sulla Città del Vaticano cinque bombe che provocano alcuni danni. La Stefani, essendo in trasferimento da Roma al nord, darà la notizia con ampi particolari soltanto il 9 da Salò. Il 6 l’ex direttore della Stefani Roberto Suster così annota nel suo diario, precisando che le bombe erano di ridotta potenza:

“Dico di ridotta potenza nonostante gli strilli della propaganda delle due parti, perché una di esse, pur essendo caduta soltanto ad una decina di metri da S. Pietro, non ne ha neppure rotti i vetri della cupola! Evidentemente si tratta di una provocazione che è impossibile oggi addebitare agli uni più che agli altri.

L’aereo, infatti, volava a bassissima quota, forse 200 metri, ed una chiarissima luna permetteva di distinguere qualsiasi obiettivo. Si tratta dunque di un’azione diffamatoria senza troppo rischio, e che serve ad entrambi i campi per denunciare ed accusarsi di barbaria dinanzi al mondo civile! Scemenze e bambinate! Che non mutano né servono a nulla! La stessa cittadinanza è rimasta piuttosto fredda dinanzi all’episodio, temendo soltanto che di questo passo il carattere di città aperta assunto da Roma minacci di essere presto travolto”.

Non essendo quindi disponibile il notiziario dell’agenzia, il ministero della Cultura popolare51diede alle 11.20 le seguenti disposizioni telefoniche ai giornali: “Sensibilizzare nei tito1i il criminale attacco angloamericano contro la città del Vaticano, descrivere minutamente l’importanza storica ed artistica degli edifici ed opere colpite e, nei commenti, riferirsi ai precedenti bombardamenti di Roma”.

Ed alle 11.25 telefonò di “non pubblicare più, fine a nuovo ordine, fotografie riguardanti il Duce, se non diramate da questo Ministero”.

Domenica 7 novembre

Sul bombardamento in Vaticano il Ministero degli Esteri52il 7 novembre invia a Mussolini la seguente nota:

“Si ha l’onore di rimettervi, Duce, qui unito, un resoconto sulle circostanze in cui è avvenuto il bombardamento della Città del Vaticano e sui danni da esso causati.

“Le circostanze stesse hanno accreditato l’impressione che l’azione aerea fosse diretta a colpire la radio vaticana. Sembra comunque che le bombe siano state sganciate in guisa da risparmiare la Basilica di San Pietro.

“La Radio del Governo Fascista Repubblicano di Monaco nella sua emissione¬ delle 21,30 di ieri sera, annunziava¬ che la cupola di San Pietro è pericolante, a causa di incri¬nature, che l’obelisco della piazza è pure pericolante ecc.

“Tali notizie appaiono alquanto esagerate. Risulta che – a parte la rottura di vetri, di cui alcuni molto pregevoli – nessun danno apparente ha sofferto l’edificio della Basilica di San Pietro e tanto meno l’obelisco. È in corso tuttavia una perizia, avendo i tecnici qualche preoccupazione circa danni prodotti dallo spostamento di aria provocato dallo scoppio delle bombe”.

Questa la relazione allegata:

“Sabato, 6 novembre I943

“Ieri sera alle ore 20,I2 un aeroplano che da vario tempo girava a quota relativamente bassa nel cielo sovrastante la Città del Vaticano, ha lasciato cadere cinque bombe e non tre come era stato detto al principio sul territorio ponti¬ficio arrecando danni ingenti che sarebbero stati addirittura inestimabili se avessero colpito il cuore della Città.

“Invece le bombe caddero tutte alla periferia dal lato di settentrione. Le cinque bombe sono cadute esattamente: una sopra la galleria che contiene il deposito degli smalti nello Studio del Mosaico; la seconda fra lo Studio stesso e la Palazzina del Cardinale Canali Presidente della Commissione per il go¬verno della Città del Vaticano; la terza a pochi metri dal Pa¬lazzo del Governatore sul lato sinistro e le altre due su due distinti terrapieni nei pressi della Palazzina addossata alle mura di Leone IV, già occupata da11a Specola ed ora del¬la Radio Vaticana.

“I danni sono ingenti, ma per fortuna non vi sono state vittime, né feriti, né perdite del patrimonio artistico. Sono state soltanto contuse due Guardie Palatine gettate a terra dallo spostamento dell’aria, ed un Gendarme Pontificio è sta¬to lievemente ferito ad una mano da una scheggia.

“I danni più gravi li ha subiti lo Studio del Mosaico che è stato colpito in pieno. Oltre ai danni all’edificio, sono stati gravissimi quelli subiti da varie opere già ter¬minate e pronte per la spedizione. Erano copie della Madonna della Seggiola di Raffaello, di un Angelo di Melozzo da Forlì, del Sacro Cuore del Biagetti, vedute di Venezia, due Madonne del Murillo, la Sibilla, un Angelo del Beato Angelico, la Madonna del Barabino, un Cristo bizantino. Anche un quadro originale di cui era terminata la riproduzione in mosaico, il Buon Pastore del Seitz, è stato danneggiato ad un labbro. Distrutti sono andati pure i campionari dei colori e più o meno danneggiati altri mosaici già composti.

“Sono andati poi completamente distrutti i vetri del Palazzo del Tribunale dove sono attualmente i diplomatici di Cina, Brasile, Cuba, Pe¬rù, Bolivia, Venezuela, Uruguay, Equatore, mentre alcune schegge hanno bucato in più punti le mura. Uguali danni ha subito la palazzina abitata dal Cardinale Nicola Canali, pro¬prio in corrispondenza col suo appartamento che è stato colpito da alcune schegge di bomba. Nessun danno edilizio, fortunatamente, ha avuto nel fabbricato la Basilica Vaticana che, però, ha avuto una quantità enorme di vetri infranti, specialmente dal lato dell’abside, compresa la grande vetrata di color d’oro rappresentante lo Spirito Santo, che sta a sfondo della Cattedra di San Pietro, del Bernini.

“Danni ha pure riportato il moderno e ricchissimo edificio della Stazione ferroviaria che oltre i vetri rotti è stato colpito in più punti da schegge che hanno addirittura forato le lastre di travertino delle mura perimetrali. I1 Palazzo poi del Governatorato che è stato il più danneggiato, dopo lo Studio del Mosaico. Infatti seri danni ha riportato l’ala sinistra dove sono situati l’Archivio, la Segreteria e l’Uf¬ficio del Governatore. Tutti i mobili sono stati sconquassati e sono andati distrutti carte e documenti. L’appartamento reale che si estende sopra i suddetti uffici ha riportato pure gravi danni e non pochi oggetti del prezioso arredamento, artistici lampadari ed alcuni quadri di un certo valore sono stati addirittura strappati dalle pareti e ridotti ad un cumulo informe di rovine.

“La Radio Vaticana che in quell’ora era in piena attivi¬tà ha sospeso subito le trasmissioni che, però, stamane ha già riprese. L’edificio soltanto ha subito lievi danni; ma è stata necessaria l’opera di tutta la nottata per rimettere gli apparecchi in grado di funzionare.

“Ieri sera stessa le autorità vaticane si sono recate sul posto ed hanno fatto subito iniziare il lavoro di sgombero dei vetri che coprivano vari punti dei viali, e di puntellamento dell’edificio dello Studio del Mosaico e dell’ala del Palazzo del Governatorato dove pezzi di muro minacciavano di crollare. Stamane poi si è recato sul luogo il Cardinale Segretario di Stato. Per tutta 1a giornata vi si sono recati pure numerosis¬sime personalità ecclesiastiche e laiche e semplici curiosi. Si prevede che il Papa si recherà sul luogo nel pomeriggio.

“Alle IO,30 sulla piazza di San Pietro si è riunita una discreta folla di fedeli che ha cominciato a chiamare con vivo affetto filiale il Pontefice. Il Santo Padre che in quel mo¬mento si trovava nella Biblioteca privata a lavorare si è af¬facciato ed ha benedetto ripetutamente i fedeli della sua ama¬ta diocesi.

“Stamane il Santo Padre ha ricevuto in privata udienza i1 Cardinale Rossi, Segretario della Congregazione Concistoriale; il Cardinal Canali Penitenziere Maggiore, Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano; la Vicaria Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

“Stamane alle ore I0,30 si sono svolti nella Basilica dei Santi Dodici Apostoli i solenni funerali del Cardinale Vincenzo La Puma. Ha pontificato la Messa Mons. Pasetto, Segretario della Congregazione dei Religiosi, ed ha impartito l’assoluzione il Cardinale Enrico Gasparri, sottodecano del Sacro Collegio. Erano presenti numerosi Porporati, il corpo diplomatico e molte personalità ecclesiastiche e laiche.

“La Basilica di San Pietro è stata chiusa nelle prime ore del mattino e si prevede che resterà chiusa per tutta la giornata, allo scopo di sbarazzare le navate dallo spesso strato di vetri infranti che in tante parti le ingombrano.

“Si prevede pure che i tecnici faranno degli accertamenti intorno alle condizioni del monumentale edificio”.

La Stefani che a fine ottobre si era trasferita da Roma al nord ed aveva dovuto interrompere le trasmissioni, le riprese martedì 9 novembre da Salò con una serie di notizie, trasmesse anche il 10, sulla responsabilità degli alleati.

“Roma – Da fonte competente si apprende che l’esame delle schegge delle bombe lanciate la sera del 5 novembre sulla Città del Vaticano ha permesso di accertare che tali bombe, di piccolo calibro, erano di provenienza inglese. L’esame in parola è stato compiuto dal capo degli uffici tecnici della Città del Vaticano ing. Galeazzi e da due esperti della direzione di artiglieria in Roma. Per quanto riguarda i danni arrecati dal bombardamento nemico, si hanno da fonte vaticana i seguenti particolari: una grande finestra situata dietro la cattedra di S. Pietro nella abside della basilica è stata parzialmente distrutta. Ben 15 schegge hanno colpito questa preziosa opera del Bernini. Inoltre lo spostamento d’aria provocato da una bomba che frantumava le finestre del tamburo della cupola danneggiava anche la Cappella dei Sacramenti. La bomba caduta nelle vicinanze del palazzo del Governatore ha danneggiato non soltanto la camera di lavoro del cardinale Canali e del vice segretario di Stato mons. Tardini, ma ha arrecato danni anche alle cantine degli uffici annonari della Città del Vaticano, dove si trovavano vini ed alcolici contenuti in recipienti di vetro che sono andati in frantumi. Nella fabbrica dei mosaici, quello famoso del “Buon Pastore” è stato completamente sfigurato dalle schegge e ne sono stati altresì distrutti molti altri che erano pronti per essere applicati, tra essi era anche il celebre mosaico della ”Madonna della seggiola” di Raffaello”.

“Buenos Aires – Il vescovo della diocesi argentina di Cordova ha pubblicato una lettera pastorale con la quale condanna espressamente gli autori del bombardamento del Vaticano. Contemporaneamente il vescovo ha indirizzato un telegramma al papa, con il quale esprime al Santo Padre il dolore suo e dei suoi diocesani per il misfatto consumato dal nemico ai danni della Città del Vaticano”.

“Roma – Il Quartier Generale alleato nel nord Africa ha diramato la seguente nota a proposito del bombardamento della Città del Vaticano.

“Da una completa ed accurata investigazione sulle missioni effettuate durante la notte del 5 novembre è risultato che gli equipaggi si sono attenuti alle precise istruzioni ricevute e che essi non hanno bombardato la Città del Vaticano”.

Si ricorderà che gli anglo-americani avevano precedentemente annunciato che nessuno dei loro bombardieri si era levato in volo nella zona durante la notte del 5.

L’informazione nemica, che viene ora ad ammettere in contraddizione con il comunicato precedente, che aerei alleati hanno compiuto voli nella suddetta notte, costituisce una prova della malafede nemica: dopo appena 24 ore gli anglo-americani sono costretti a ritornare sulle loro dichiarazioni ufficiali”.

“Lisbona – Il cardinale patriarca di Lisbona ha inviato al cardinale Maglione un telegramma con il quale, unendosi al grido di protesta che si è levato da tutto il mondo cattolico contro i barbari assalitori della Città del Vaticano, ha espresso al Santo Padre l’indignazione ed il rammarico dei fedeli portoghesi per il nuovo misfatto compiuto dagli anglo-nordamericani”.

“Roma – A seguito di una disposizione emanata dal vicario generale del pontefice per la città di Roma, cardinale Marchetti Selvaggiani, hanno avuto luogo oggi in tutte le chiese della capitale funzioni religiose di ringraziamento per avere il Signore risparmiato la vita del Santo Padre dal barbaro attacco compiuto dai piloti anglo-americani contro la Città del Vaticano”.

Mercoledì 10 novembre

“Madrid – Il vescovo di Toledo ha espresso al Papa, a mezzo di un telegramma, il suo personale cordoglio e quello dei fedeli spagnoli per l’attacco aereo nemico contro la città del Vaticano”.

“Buenos Aires – L’Arcivescovo di Montevideo, mons. Antonio Maria Barbieri, ha indirizzato una lettera pastorale al clero dell’Uruguay, in cui condanna aspramente l’attacco aereo effettuato il 5 novembre contro la città del Vaticano. È impossibile – afferma l’illustre prelato – trovare giustificazioni per la criminale impresa. Nella atmosfera imbevuta di odio dell’attuale guerra, il Santo Padre è il paladino maggiore della dottrina della pace e dell’amore. Non esiste alcuna ragione militare – ha concluso mons. Barbieri – che possa giustificare l’attacco del 5 novembre”.

“Roma – Un nuovo rimedio ha trovato la Casa Bianca per le sventure del mondo: l’”U.N.R.R.A.”, amministrazione creata per il soccorso e la riabilitazione dei popoli bisognosi. Come mentalità commerciale il sig. Roosevelt non smentisce le sue origini ebraiche; prima, i liberatori devastano; poi, entra in funzione l’”U.N.R.R.A.” che soccorre. Tutti i mezzi sono buoni per far quattrini, ma questo è il più turpe degli affari ebraico-plutocratici”. 53

“Tokio – In una dichiarazione fatta davanti alla stampa estera relativa alla battaglia aeronavale di Bougainville, il portavoce del Governo ha rilevato che le forze armate nipponiche hanno parlato, ancora una volta, con l’unico linguaggio adatto per il nemico. Alle arroganti asserzioni degli ammiragli anglo-americani Nimitz e Halsey è stato infatti risposto infliggendo alla flotta nordamericana un colpo che è il più grave dopo quello subito a Pearl Harbour. Il portavoce ha aggiunto che l’inseguimento dei resti della flotta nemica non è ancora cessato e che è da attendersi l’annuncio dello affondamento di altre unità nemiche”.

Giovedì 11 novembre

La “Corrispondenza repubblicana”, un’agenzia le cui note – riprese sempre dalla Stefani – erano redatte personalmente da Mussolini o da lui ispirate, dirama la seguente nota dal titolo: “Canguri giganti” criticando gli intellettuali e i giornalisti che, avendo ricevuto a vario titolo sovvenzioni, alla caduta di Mussolini rinnegarono il regime fascista.

“Nel periodo dei 45 giorni della gazzarra badogliana, sorsero da ogni parte – come tutti ricordano – i “martiri” dell’oppressione fascista, i “puri” da ogni contaminazione, coloro che preferirono la fame piuttosto che lavorare “al soldo” della bestia nera, ecc. ecc.

“Costoro furono assurti agli onori degli altari e, aureolati dalla luce della mistica libertà che li recingeva, andarono pontificando con l’autorità che derivava loro dalla “veste bianca” dell’innocenza.

“E gli italiani la cui ingenuità, per non dire dabbenaggine, non si sarebbe mai immaginato che arrivasse a tal grado, credettero in questi farisei come se si fosse trattato di autentici campioni di una idea di onore e di grandezza.

“Non si immagina che dalle folte schiere di costoro ben pochi non avevano bussato ripetutamente e insistentemente alla porta del fascismo, facendo ammenda del loro passato, chiedendo venia di “colpe giovanili” o di sbandamento dovuti ad impulsività o a scarsa cognizione dei fatti ed offrendo la loro penna a servizio dell’idea fascista che riconoscevano ormai, per mille prove, grande ed utile alla Patria. E per quanti la porta si aperse? Quanti a questa fonte attinsero per la magnanimità, invero eccessiva, che il fascismo dimostrava loro? E quanti chiesero senza poter ricevere perché la maschera che li copriva non era sufficiente per celare la loro doppiezza o perché le loro colpe erano tanto gravi?

“Il fatto si è che, dopo i primi anni del regime, durante i quali essi si aspettavano, di tre mesi in tre mesi, il crollo fatale, si erano andati convincendo della stabilità assoluta di esso. Per cui non valeva più la spesa, per la maggiori parte di loro, di rimanere all’altra sponda e di aspettare. Il tornaconto, la vera forza che li guidava, insegnava loro che era ormai tempo di saltare il fosso e lo saltarono infatti, dimostrandosi alle volte canguri giganti.

“Dopo il 25 luglio questi stessi e molti altri che si erano mimetizzati col fascismo, commisero l’errore contrario: “ormai il fascismo non sarebbe ritornato mai più, era morto e sepolto in un attimo; non c’era più nulla da guadagnare da esso! Quindi un buon salto dall’altra parte”.

“Ma gli acrobati spesso finiscono con lo spezzarsi le reni: il fascismo è ritornato e chiama alla resa dei conti proprio costoro che da esso furono beneficati e ciò, oltre che per un senso di piena giustizia, anche perché siano smascherati e, quando occorra, tolti dalla circolazione i falsi profeti.

“Pubblichiamo qui un primo elenco di scrittori e giornalisti che dopo il 25 luglio si sono scagliati contro il fascismo, dichiarando che “mai vi avevano avuto a che fare”, che “nutrivano per esso il più pieno disprezzo”, che “erano finalmente felici che la bestia immonda fosse stata rovesciata”, mentre avevano percepito fino ad allora assegni e sovvenzioni non indifferenti da parte del Ministero della Cultura Popolare.

“Esaminateli attentamente, assidui lettori dei giornali del 25 luglio, vi troverete senza dubbio i nomi di molti campioni che vi inebriavano con i loro scritti. È una lettura molto edificante ed istruttiva, che dovrebbe aprirvi gli occhi per sempre, facendovi uscire dallo stato di stordimento in cui oggi vivete.

“E’ inutile dire che molti di costoro cercheranno di negare la verità di quanto affermiamo. Rispondiamo loro, fin da questo momento, che tutto, assolutamente tutto è ricavato da documenti che essi, molto imprudentemente invero, firmavano regolarmente di volta in volta. Se qualcuno di costoro ama vedere qualche sua ricevuta pubblicata sui giornali, non ha che da chiederlo e sarà subito accontentato.

“Barela Gustavo – sovvenzioni varie; Bellonci Goffredo – sovvenzioni varie; Benelli Sem – sovvenzioni per lire 200 mila per la cancellazione della ipoteca applicata sulla sua casa di Zoagli; Bontempelli Massimo – sovvenzioni varie; Castellani Silvano – assegno mensile; Corsi Mario – assegno mensile; Caniglia Renato – assegno mensile e sovvenzione; Ciucci Carlo – sovvenzioni e assegno mensile; Chilanti Felice – assegno mensile e sovvenzioni; Caputi Giuseppe – assegno mensile; Carassiti Rino – sovvenzioni varie; Caliari Francesco – sovvenzioni varie; Di Bagno Ferdinando – assegno di lire 50 mila; De Angelis Raul Maria – assegno mensile; D’Andrea Ugo – assegno mensile e sovvenzioni straordinarie; Engely Giovanni – assegno mensile e sovvenzioni; Falqui Enrico – sovvenzioni varie; Giannini Guglielmo – sovvenzioni varie; Indrio Ugo – assegno mensile; Longanesi Leo – assegni mensili vari; Monicelli Tomaso – sovvenzioni e assegno mensile; Miserocchi Manlio – assegno mensile; Nosari Adone – assegno mensile; Petrone Icilio – sovvenzioni e assegno mensile; Pascazio Nicola – sovvenzioni varie e assegno mensile; Pratolini Vasco – sovvenzioni varie e assegno mensile; Sanminiatelli Bino – sovvenzioni varie; Scaglione Emilio – sovvenzioni varie; Sofia Corrado – sovvenzioni e assegno mensile; Spetia Giulio – assegno mensile; Tallarico Vincenzo – sovvenzioni varie; Valori Gino – sovvenzioni e assegno mensile; Zardi Federico – sovvenzioni e assegno mensile.

“Seguirà un secondo elenco54.

Venerdì 12 novembre

“Milano – Il ministro della Cultura Popolare ha tenuto ieri in Milano rapporto ai direttori dei quotidiani italiani. Sono stati presi in esame tutti i problemi riguardanti la stampa e i compiti che ad essa spettano nel presente momento. Un’ampia discussione si è svolta sulle questioni trattate”.

Martedì 16 novembre

Il primo congresso del Partito Fascista Repubblicano si svolge a Verona dal 14 al 16 novembre, ma la Stefani trasmette tutto il resoconto il 16.

“Verona – In Castel Vecchio si è riunita la prima assemblea nazionale del Partito Fascista Repubblicano. Adunata fervidissima, espressione di una fede che è apparsa più che mai sana ed accesa e che ha impresso al tono della discussione l’impeto e la tensione ideale che furono propri delle origini del movimento fascista.

“Sono giunti per primi il Segretario del PFR Alessandro Pavolini, il Comandante della MVSN, i Ministri della Giustizia, Pisenti, dei Lavori Pubblici, Romano, dell’Economia Corporativa, Gai, della Cultura Popolare, Mezzasoma, il Capo della Provincia di Verona Cosmin e il Commissario Federale Medaglia d’Oro Todeschini.

“Poco prima delle dieci la sala è gremita. Sono presenti i Commissari Federali delle Provincie con i componenti i triumvirati e i Commissari delle Confederazioni Sindacali dei Lavoratori. È intervenuta all’inaugurazione del Convegno anche una rappresentanza germanica.

“Il Segretario del PFR prende posto al tavolo della presidenza e legge anzitutto un messaggio del Duce ai camerati dell’assemblea, accolto con commosso entusiasmo dai convenuti.

“Nel messaggio il Duce sottolinea come un problema sovrasti tutti gli altri: quello politico-militare. Una banda di vili e di criminali gettò, l’8 settembre, la Patria nel disonore e nel caos. Tutto andò disperso, distrutto e perduto. Tutto, ora, è da ricominciare. Ma rimane ai fascisti la volontà, accompagnata da una dogmatica fede. Bisogna passare il più rapidamente possibile da Paese inerme a Paese combattente. Il Partito deve dare l’esempio coi suoi uomini e creare, con ogni mezzo, l’atmosfera e l’ansia della riscossa. Il popolo nuovamente in armi deve tenere a battesimo la nostra Repubblica sociale, cioè fascista, nel significato originario della Rivoluzione.

“Al grido di “DUCE!” una travolgente dimostrazione a Mussolini corona la lettura del messaggio e apre il convegno.

“Parla il Segretario del Partito, la cui lucida esposizione è più volte interrotta da applausi. Egli passa in rassegna tutti i più attuali ed urgenti problemi della vita del Paese e del Partito: dall’ondata terroristica con cui gli emissari del nemico tentano in questi giorni di spezzare i virgulti del Fascismo repubblicano, col solo risultato di rafforzarli e di moltiplicarli, alla inesorabile reazione in atto con cui si porrà fine a questa serie di crimini proditori; dalla ricostituzione delle forze armate al riordinamento delle forze di polizia; dalla punizione dei traditori alla costituzione dei Tribunali straordinari.

“Mentre punisce inesorabilmente chi ha mancato, il Partito rivendica altamente i meriti degli uomini che agli ordini di Mussolini combatterono, costruirono e si sacrificarono durante ventidue anni di Regime, uomini nei riguardi dei quali non è consentito a nessuno di tentare il prolungamento della immonda campagna scandalistica che infamò i quarantacinque giorni badogliani. Il Segretario del Partito rievoca a questo punto, davanti all’assemblea in piedi, la figura luminosa di Ettore Muti.

“Quanto ai giovani, il loro problema non esiste: esiste solo il dovere del combattimento. I gruppi universitari fascisti non riprenderanno la forma precedente sia perché la loro funzione deve essere tutta politica e non disperdersi in altre attività organizzative e assistenziali di vario genere, sia perché il movimento giovanile entro il Partito deve comprendere insieme gli universitari e i loro coetanei delle officine e dei campi. Altre direttive il Segretario del Partito impartisce per quanto riguarda l’assistenza e in particolare un vasto programma di prossima attuazione, con larghezza di mezzi e di iniziative per i sinistrati dei bombardamenti.

“Il Partito Fascista repubblicano comprende attualmente 251 mila iscritti.

“Essi sono camerati di sicure fede. Il Partito deve essere di qualità e non di quantità.

“Pavolini s’intrattiene sui problemi di ordine organizzativo e sindacale, e, quindi, passa a tratteggiare in un’ampia sintesi quello che è il pensiero della Direzione del Partito nei riguardi delle questioni che costituiscono l’oggetto principale dell’assemblea: ossia la presa di posizione del Partito stesso di fronte ai problemi posti nella vita del paese dalla prossima convocazione della Costituente con particolare riguardo al programma in materia politico-costituzionale in materia speciale e di politica estera. La relazione è salutata reiteratamente dell’unanime consenso dei presenti.

“Sono le ore 13. I calorosissimi applausi dell’assemblea si tramutano ben presto in una fervida invocazione al Duce. Poi si odono le prime frasi di Giovinezza, e in un attimo, l’inno della Rivoluzione investe tutta l’assemblea.

“Alle 14,30 la sala e di nuovo gremita per l’inizio della discussione. Presiede il Segretario del Partito. E’ primo alla tribuna il Commissario Federale di Perugia; e a lui succedono i camerati di Firenze, Lubiana, Roma, Venezia, Mantova, Vicenza, Sondrio, Treviso, Como, Genova, Brescia, La Spezia, Belluno, Modena, Forlì, Terni, Rimini, Bologna.

“La discussone è ampia e vibrante. Attraverso la vivacità del dibattito dominano i due temi, interdipendenti, che vanno man mano prendendo linea e consistenza programmatica: la politica di guerra e il riassetto politico e sociale della Nazione repubblicana.

“Mentre la discussione è più viva, taluni camerati comunicano al Segretario del Partito una notizia di cui appare la gravità. Intuitivamente i convenuti si alzano. Il silenzio è assoluto nella sala. E, nel silenzio, Pavolini dice:

“’Il Commissario Federale di Ferrara, che avrebbe dovuto essere qui con noi oggi, il camerata Ghisellini55, tre volte medaglia d’argento, tre volte medaglia di bronzo è stato assassinato con sei colpi di rivoltella. Noi leviamo a lui il nostro pensiero. Egli verrà immediatamente vendicato’”.

“Dalla assemblea si alza un urlo unanime di indignazione. “A Ferrara” si grida. Ma il Segretario del Partito ordina che i lavori siano continuati, mentre dispone che i rappresentanti di Ferrara raggiungano la loro città e che, insieme con essi vadano formazioni squadriste di Verona e di Padova.

“Quando il dibattito riprende, vi portano un particolare contributo di chiarificazione e di indirizzo il camerata Balisti, delegato del PFR per la Lombardia, grande mutilato di guerra, e il camerata Renato Ricci.

“L’eroico Balisti, comandante di giovanissimi volontari a Bir el Gobi, parla appunto dei giovani:

“’Essi sono elementi che la nostra volontà di sacrifico crea; solo il sacrificio è operante, quando la Patria è in guerra e gli uomini, da qualunque posto parlino, su qualunque poltrona siedono, devono sentire che solo una cosa è operante: il sacrificio che crea e suscita, nel futuro, le forze che la Patria domanda. Il problema dei giovani è un problema di educazione. Perciò io dico che i giovani che si batterono a Bir el Gobi furono fascisticamente educati. Non amavano soltanto la Patria; essi sapevano che la Patria era fascista; sapevano che la guerra era proletaria; sapevano che perdere la guerra voleva dire la soggezione del lavoro e delle generazioni future; sapevano che contro di noi erano alleate, in un torpido equivoco, le forze del comunismo e le forze della plutocrazia’”.

“Dopo un rapido accenno alla questione dei “quadri” e al problema sociale Balisti torna al tema che domina il suo spirito – la guerra – per affermare che, oggi, “le nostre necessità sono di ordine militare, solo sul piano militare si salva l’onore della Patria, solo combattendo si vendicano i morti e si innalza l’onore della bandiera”.

“Il camerata Renato Ricci traccia all’Assemblea le linee generali della riorganizzazione della Milizia, al fine che essa possa garantire la sicurezza dello Stato e gli sviluppi della Rivoluzione. La discussione sui temi impostati al mattino dal Segretario del Partito è finita.

“Il Segretario Pavolini la riassume e, nel presentare il manifesto programmatico, invia il saluto della Assemblea nazionale ai camerati nazionalsocialisti, ai soldati delle Forze Armate tedesche, alla Germania e al suo Condottiero. Una ardente dimostrazione di simpatia corona il saluto.

“La dimostrazione prorompe rinnovata, alla lettura dell’indirizzo al Duce che accompagna il manifesto. Caldi consensi accolgono infine i vari punti del manifesto stesso, su alcuni dei quali si svolge una supplementare discussione, alla quale prendono parte fra gli altri, con competenza ed acume, i commissari delle Confederazioni dei lavoratori dell’Industria e degli Agricoltori.

“Alle 20,30 il manifesto programmatico risulta approvato e viene acclamato dai presenti. Nel nome del Duce il Segretario del Partito chiude i lavori, e, come al mattino, il canto di Giovinezza si leva dalla Assemblea.”

La Stefani trasmette poi integralmente il testo del Manifesto.

“Verona – Il manifesto programmatico adottato dal Congresso del Partito Fascista Repubblicano, è preceduto da un indirizzo al Duce, così formulato:

“Nell’enunciare il proprio programma d’azione il Partito Fascista Repubblicano saluta in Voi, Duce, l’Uomo che può trarre a salvezza la Patria, realizzando per la seconda volta il fascio delle energie italiane.

Nell’ardua liberazione Vostra, noi vedemmo l’auspicio provvidenziale di quella che sarà la liberazione d’Italia.

“Nel Vostro pensiero, nella Vostra opera più che ventennale, di portata storica in Italia e nel mondo, noi troviamo oggi l’ispirazione sicura e attualissima per l’ascesa sociale del popolo italiano, adesso che, con la monarchia, si possono finalmente spazzare dalla vita italiana tutte le oscure forze reazionarie e di compromesso con essa alleate.

“Sotto la Vostra guida, noi riporteremo domani – attraverso il sacrificio ed il combattimento – l’Italia al suo onore, alla sua indipendenza, alla sua ascesa’”.

“Ed ecco il testo del MANIFESTO

“Il primo Rapporto nazionale del Partito Fascista Repubblicano leva il pensiero ai Caduti del Fascismo repubblicano, sui fronti di guerra, nelle piazze delle città e dei borghi, nelle foibe dell’Istria e della Dalmazia, che si aggiungono alla schiera dei martiri della Rivoluzione, alla falange di tutti i Morti per l’Italia;

“addita nella continuazione della guerra a fianco della Germania e del Giappone, fino alla vittoria finale, e nella rapida ricostruzione delle Forze Armate destinate a operare accanto ai valorosi soldati del Führer, le mete che sovrastano a qualunque altra in importanza ed urgenza;

“prende atto dei decreti istitutivi dei Tribunali straordinari nei quali gli uomini del Partito porteranno intransigente volontà di esemplare giustizia; e, ispirandosi alle fonti e alle realizzazioni mussoliniane, enuncia le seguenti direttive programmatiche per l’azione del Partito.

In materia costituzionale ed interna:

“1° – Sia convocata la Costituente, potere sovrano di origine popolare, che dichiari la decadenza della Monarchia, condanni solennemente l’ultimo Re traditore e fuggiasco, proclami la Repubblica sociale e ne nomini il Capo.

“2° – La Costituente sia composta dei rappresentanti di tutte le associazioni sindacali e di tutte le circoscrizioni amministrative, comprendendo i rappresentanti delle provincie invase, attraverso le delegazioni degli sfollati e dei rifugiati sul suolo libero. Comprenda altresì le rappresentanze dei combattenti; quelle dei prigionieri di guerra, attraverso i rimpatriati per minorazione; quelle degli Italiani all’estero; quelle della Magistratura, delle Università e di ogni altro corpo o istituto, la cui partecipazione contribuisca a fare della Costituente la sintesi di tutti i valori della Nazione.

“3° – La Costituzione repubblicana dovrà assicurare al cittadino – soldato, lavoratore e contribuente – il diritto di controllo e di responsabile critica sugli atti della pubblica amministrazione. Ogni cinque anni il cittadino sarà chiamato a pronunziarsi sulla nomina del Capo della Repubblica. Nessun cittadino, arrestato in flagrante o fermato per misura preventiva, potrà essere trattenuto oltre i sette giorni senza un ordine dell’autorità giudiziaria. Tranne il caso di flagranza, anche per le perquisizioni domiciliari occorrerà un ordine dell’autorità giudiziaria. Nell’esercizio delle sue funzioni, la Magistratura agirà con piena indipendenza.

“4° – La negativa esperienza elettorale già fatta dall’Italia e la esperienza parzialmente negativa di un metodo di nomina troppo rigidamente gerarchico contribuiscono entrambe ad una soluzione che concili le opposte esigenze. Un sistema misto (ad esempio, elezione popolare dei rappresentanti alla Camera e nomina dei ministri per parte del Capo della Repubblica e del Governo e, nel Partito, elezioni di Fascio salvo ratifica e nomina del Direttorio nazionale per parte del Duce) sembra il più consigliabile.

“5° – L’organizzazione a cui compete l’educazione del popolo ai problemi politici è unica. Nel Partito, ordine di combattenti e di credenti, deve realizzarsi un organismo di assoluta purezza politica, degno di essere il custode dell’Idea rivoluzionaria. La sua tessera non è richiesta per alcun impiego od incarico.

“6° – la religione della Repubblica è la cattolica apostolica romana. Ogni altro culto che non contrasti alle leggi è rispettato.

“7° – Gli appartenenti alla razza ebraica sono stranieri. Durante questa guerra appartengono a nazionalità nemica.

“In politica estera

“8° – Fine essenziale della politica estera della Repubblica dovrà essere l’unità, l’indipendenza, l’integrità territoriale della Patria nei termini marittimi ed alpini segnati dalla Natura, dal sacrificio di sangue e dalla Storia, termini minacciati dal nemico con l’invasione e con le premesse di Governi rifugiati a Londra. Altro fine essenziale consisterà nel far riconoscere la necessità degli spazi vitali indispensabili ad un popolo di 45 milioni di abitanti sopra un’area insufficiente a nutrirli. Tale politica si adoprerà inoltre per la realizzazione di una comunità europea, con la federazione di tutte le Nazioni che accettino i seguenti principi fondamentali:

a) eliminazione dei singolari intrighi britannici dal nostro continente;

b) abolizione del sistema capitalistico interno e lotta contro le plutocrazie mondiali;

c)valorizzazione a beneficio dei popoli europei e di quelli autoctoni, delle risorse naturali dell’Africa, nel rispetto assoluto di quei popoli, in ispecie, mussulmani, che, come l’Egitto, sono già civilmente e nazionalmente organizzati.

“In materia sociale

“9° – Base della Repubblica sociale e suo oggetto primario è il lavoro, manuale, tecnico, intellettuale in ogni sua manifestazione.

“10° – La proprietà privata, frutto del lavoro e del risparmio individuale, integrazione della personalità umana, è garantita dallo Stato. Essa non deve però diventare disintegratrice della personalità fisica e morale di altri uomini, attraverso lo sfruttamento del loro lavoro.

“11° – Nell’economia nazionale tutto ciò che per dimensioni o funzioni esce dall’interesse singolo per entrare nell’interesse collettivo, appartiene alla sfera d’azione che è propria dello Stato. I pubblici servizi e, di regola, le fabbricazioni belliche, debbono venire gestiti dallo Stato a mezzo di enti parastatali.

“12° – In ogni azienda (industriale, privata, parastatale, statale) le rappresentanze dei tecnici e degli operai coopereranno intimamente – attraverso una conoscenza diretta della gestione – alla equa fissazione dei salari, nonché alla equa ripartizione degli utili tra il fondo di riserva, il frutto al capitale azionario e la partecipazione agli utili stessi per parte dei lavoratori. In alcune imprese ciò potrà avvenire con una estensione delle prerogative delle attuali commissioni di fabbrica. In altre, sostituendo i consigli di amministrazione con consigli di gestione composti da tecnici e da operai con un rappresentante dello Stato. In altre ancora, in forma di cooperativa parasindacale.

“13° – Nell’agricoltura, l’iniziativa privata del proprietario trova il suo limite là dove l’iniziativa stessa viene a mancare. L’esproprio delle terre incolte e delle aziende mal gestite può portare alla lottizzazione fra braccianti da trasformare in agricoltori diretti, o alla costituzione di aziende cooperative, parasindacali o parastatali, a seconda delle varie esigenze dell’economia agricola. Ciò è del resto previsto dalle leggi vigenti, alla cui applicazione il Partito e le organizzazioni sindacali stanno imprimendo l’impulso necessario.

“14° – E’ pienamente riconosciuto ai coltivatori diretti, agli artigiani, ai professionisti, agli artisti il diritto di esplicare le proprie attività produttive individualmente, per famiglie o per nuclei, salvi gli obblighi di consegnare agli ammassi la quantità di prodotti stabilita dalla legge o di sottoporre a controllo le tariffe delle prestazioni.

“15° – Quello della casa non è soltanto un diritto di proprietà, è un diritto alla proprietà. Il Partito iscrive nel suo programma la creazione di un Ente nazionale per la casa del popolo, il quale, assorbendo l’Istituto esistente e ampliandone al massimo l’azione, provvede a fornire in proprietà la casa alle famiglie dei lavoratori di ogni categoria, mediante diretta costruzione di nuove abitazioni o graduale riscatto delle esistenti. In proposito è da affermare il principio generale che l’affitto – una volta rimborsato il capitale e pagatone il giusto frutto – costituisce titolo di acquisto. Come primo compito, l’Ente risolverà i problemi derivanti dalle distruzioni di guerra, con la requisizione e distribuzione di locali inutilizzati, e con costruzioni provvisorie.

“16° – Il lavoratore è iscritto d’autorità nel sindacato di categoria, senza che ciò impedisca di trasferirsi in altro sindacato quando ne abbia i requisiti. I sindacati convergono in una unica Confederazione che comprende tutti i lavoratori, i tecnici, i professionisti, con esclusione dei proprietari che non siano dirigenti o tecnici. Essa si denomina Confederazione generale del lavoro, della tecnica e delle arti. I dipendenti delle imprese industriali dello Stato e dei servizi pubblici formano sindacati di categoria, come ogni altro lavoratore. Tutte le imponenti provvidenze sociali realizzate dal Regime Fascista in un ventennio restano integre. La Carta del Lavoro ne costituisce nella sua lettera la consacrazione, così come costituisce nel suo spirito il punto di partenza per l’ulteriore cammino.

“17° – In linea di attualità il Partito stima indilazionabile un adeguamento salariale per i lavoratori attraverso l’azione di minimi nazionali e pronte revisioni locali, e più ancora per i piccoli e medi impiegati tanto statali che privati. Ma perché il provvedimento non riesca inefficace e alla fine dannoso per tutti, occorre che con spacci cooperativi, spacci d’azienda, estensione dei compiti della “Provvida”, requisizione dei negozi colpevoli di infrazioni e loro gestione parastatale o cooperativa, si ottenga il risultato di pagare in viveri ai prezzi ufficiali una parte del salario. Solo così si contribuirà alla stabilità dei prezzi e della moneta e al risanamento del mercato. Quanto al mercato nero, si chiede che gli speculatori – al pari dei traditori e dei disfattisti – rientrino nella competenza dei Tribunali straordinari e siano passibili di pena di morte.

“18° – Con questo preambolo alla Costituente il Partito dimostra non soltanto di andare verso il popolo, ma di stare col popolo.

Da parte sua il popolo italiano deve rendersi conto che vi è per esso un solo modo di difendere le sue conquiste di ieri, oggi, domani; ributtare l’invasione schiavistica delle plutocrazie angloamericane, la quale, per mille precisi segni, vuole rendere ancora più angusta e misera la vita degli Italiani. V’è un solo modo di raggiungere tutte le mete sociali: combattere, lavorare, vincere.”

Mercoledì 24 Novembre

Alle 23 la Stefani comincia a trasmettere il lungo comunicato del consiglio dei ministri, che sarà pubblicato dai giornali il 26, nel quale viene deciso, tra l’altro, che lo stato repubblicano si chiamerà dal 1° dicembre Repubblica Sociale Italiana. Fissa inoltre le caratteristiche della bandiera e detta tutta una serie di provvedimenti che dovranno costituire l’ossatura della neonata repubblica.

“Stamane, alle ore 10, sotto la presidenza del Duce, Capo dello Stato e capo del Governo Nazionale Repubblicano, si è riunito il consiglio dei ministri.

“Erano presenti tutti i ministri. Segretario, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio.

“Il consiglio dei ministri ha deciso che dal 1° dicembre p.v. lo Stato Nazionale Repubblicano, prenda il nome definitivo di “Repubblica Sociale Italiana”.

“Ha inoltre stabilito che la bandiera della Repubblica Sociale Italiana è il tricolore col fascio repubblicano sulla punta dell’asta; la bandiera di combattimento per le Forze Armate è il tricolore con frange e un fregio marginale di alloro e con ai quattro angoli il fascio repubblicano, una granata, un’ancora, un’aquila.

“Successivamente ha approvato la seguente formula del giuramento per le Forze Armate:

“’Giuro di servire e difendere la Repubblica Sociale Italiana, nelle sue istituzione e nelle sue leggi, nel suo onore e nel suo territorio in pace e in guerra, sino al sacrificio supremo. Lo giuro dinanzi a Dio e ai Caduti per l’unità, l’indipendenza e l’avvenire della Patria’”.

“Il giuramento non sarà collettivo, ma individuale e si svolgerà in forma solenne con modalità che saranno ulteriormente stabilite”.

Costituita la CGLTA

“Su proposta del Ministro Segretario del Partito Fascista Repubblicano, il Consiglio dei Ministri approva uno schema di decreto concernente la costituzione della Confederazione Generale del Lavoro, della Tecnica e delle Arti.

“La rivoluzione sociale del Fascismo, iniziata fin dal primo sorgere del movimento, ha dovuto per alcuni anni seguire un moto lento e non sempre rettilineo, a causa degli ostacoli che le classi capitaliste, protette dalla monarchia, hanno opposto.

“Il criterio della collaborazione fra tutti i produttori, fondamento del principio corporativo, avrebbe dovuto necessariamente avere la sua base nell’azienda e il suo sviluppo più completo con la più ampia trasformazione delle posizioni in cui i produttori si trovano nella azienda stessa. il sistema del sindacalismo dualistico ha, col passare degli anni, dimostrato sempre più di non poter assolvere compiutamente allo sviluppo di tale collaborazione, perché, nonostante gli sforzi di quanti in buona fede cercavano di farlo funzionare secondo la meta insita nella logica del principio corporativo, si prestava a cristallizzare le resistenze e a renderle effettive.

“Il Duce aveva da tempo avvertito che era ormai giunto il momento di superare ogni compromesso e di provvedere ai necessari sviluppi del sistema. E’ da ritenere per certo, anzi, che la percezione dell’approssimarsi di tale momento, che da qualche tempo alcuni fra i maggiori capitalisti avevano avuto, li indusse a cambiare la resistenza da passiva in attiva, e a cooperare, nella difesa delle loro posizioni, all’organizzazione della disfatta, al colpo di Stato del 25 luglio, alla collusione con il nemico attraverso la capitolazione.

“Ripreso ora il cammino, e sgombrato il terreno da ogni ostacolo – primo fra tutti quello rappresentato dalla monarchia – si può dare senz’altro vita agli sviluppi previsti. E come premessa basilare, è sorta la necessità di sostituire alle varie associazioni sindacali che erano l’espressione del sistema dualistico, una sola associazione, che supera decisamente tale sistema.

“Il presente schema di decreto provvede pertanto a tale bisogna. Con esso viene costituita la Confederazione Generale del Lavoro, della Tecnica e delle Arti, la quale contiene, trasfuso e realizzato in uno stesso organismo, il principio su cui si sviluppa la collaborazione corporativa.

“Lo schema di decreto sancisce l’esclusione del capitale – in quanto tale – e delle sue diverse forme, dalla rappresentanza sindacale e la fusione in unico blocco di tutti i lavoratori, compresi i tecnici e i dirigenti, siano o no questi ultimi interessati nella azienda, oltre che con la loro opera di dirigenza, anche come proprietari.

“Il carattere unitario della nuova Confederazione e quello del nuovo ordinamento del lavoro nello Stato, consigliano inoltre il superamento della esclusione dalla disciplina sindacale dei dipendenti di enti pubblici che compiono lavoro di effettiva produzione.

“Il nuovo ordinamento viene attuato sulla base della legge 3 aprile 1926 n. 563 che contiene tutto quanto necessario per garantire che non si verifichi soluzione di continuità nello svolgersi di tutte le forme di tutela che sono in atto per i lavoratori. E’ inoltre prevista, comunque, dallo schema di decreto, una graduale forma di trapasso, la quale, mentre consente che la nuova Confederazione abbia senz’altro vita, non fa cessare quella delle attuali associazioni che vengono disciolte.

“La Confederazione sarà pienamente autonoma nel suo funzionamento. Il controllo politico viene devoluto al Ministro Segretario del Partito Fascista Repubblicano; quello tecnico e amministrativo, al Ministro per l’Economia Corporativa.”

Tribunale straordinario speciale

“Il Ministro Segretario del Partito Fascista Repubblicano propone quindi e il Consiglio dei Ministri approva, i nomi dei fascisti repubblicani componenti il Tribunale Straordinario Speciale destinato a giudicare – a termine della legge istitutiva – gli ex componenti il Gran Consiglio che tradirono il Fascismo e l’Italia nella seduta del 24-25 luglio 1943-XXI.

“Il Ministro Segretario del Partito Fascista Repubblicano propone inoltre e il Consiglio dei Ministri approva, i nomi dei fascisti repubblicani chiamati a far parte, a termini di legge, dei Tribunali Straordinari a giurisdizione provinciale e ad esercitare presso i Tribunali stessi la funzione di pubblico accusatore”.

Patrimoni di dubbia provenienza allo Stato

“Su proposta del Ministro della Giustizia il Consiglio dei ministri approva: uno schema di decreto concernente la ricostituzione e il procedimento della Commissione per la devoluzione allo Stato dei patrimoni di non giustificata provenienza.

“Il provvedimento concerne la ricostituzione della Commissione di magistrati il cui numero è stato portato da tre a sette, nonché la eventualità di costituire commissioni regionali allo scopo di accelerare le indagini e i giudizi”.

Ricostituito Tribunale speciale per la difesa dello Stato

“Uno schema di decreto concernente la ricostituzione del Tribunale Speciale per la difesa dello Stato.

“La ripresa di attentati terroristici ha consigliato la ricostituzione, in via temporanea, del Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Rientrerà nella sua competenza la cognizione con comminatoria della pena di morte dei più gravi reati in materia annonaria, quando essi raggiungano la caratteristica di accaparramento a fini di speculazione, nonché in casi di disfattismo. E’ contemplata la possibilità di sezioni staccate per la maggiore sollecitudine delle istruttorie e dei giudizi.

“Il Consiglio dei Ministri ratifica, inoltre, il decreto del Guardasigilli concernente:

a) disposizioni per i concorsi e gli scrutini della magistratura,

b) disposizioni relative al personale giudiziario,

c) disposizioni relative alla giustizia civile e penale.

“Di particolare importanza sono le disposizioni relative alla sospensione delle esecuzioni mobiliari e immobiliari contro debitori che abbiano subito gravi danni in conseguenza di eventi bellici; quello per la restituzione in termine sia in materia civile che penale, quelle relativa alla libertà provvisoria concedibile in ogni caso salvo i reati puniti con la pena di morte o dell’ergastolo; quelle per i giudizi di rinvio in seguito ad annullamento”.

Aumento dei salari del 30 per cento

“Il Ministro dell’Economia Corporativa informa il Consiglio dei Ministri che, d’intesa con il Segretario del Partito, le competenti organizzazioni sindacali hanno deliberato di procedere, a partire dal 1° dicembre p.v., all’aumento dei salari in una misura non inferiore al 30 per cento a favore di tutte le categorie dei lavoratori, fatta eccezione di quelle che abbiano già beneficiato di tale aumento nell’ultimo trimestre”.

Revisione prezzi agricoli e industriali

“Il Ministro dell’Economia Corporativa ha inoltre comunicato che, per accordi intervenuti con i Ministri delle Finanze e dell’Agricoltura, sono in corso la revisione e la fissazione dei nuovi prezzi dei principali prodotti agricoli ed industriali. Tale revisione sarà completata entro il prossimo mese di dicembre.

“Il Consiglio dei Ministri, preso atto delle dichiarazioni del Ministro dell’Economia Corporativa, delibera di aumentare le retribuzioni del personale dipendente dalle pubbliche amministrazioni, con decorrenza dal 1° dicembre p.v., nella misura che sarà stabilita entro lo stesso mese di dicembre.

“Tale aumento sarà consentito specialmente in considerazione delle economie che saranno realizzate in conseguenza dell’altro provvedimento approvato nell’odierna riunione, relativo alla riduzione del personale, e, quindi degli organici.

“In relazione ai provvedimenti suindicati, il Ministro dell’Interno riferisce di avere impartito disposizioni ai capi delle Provincie affinché venga, ovunque, ristabilita la più rigida disciplina in materia annonaria, dalla consegna agli ammassi, alla distribuzione nei mercati”.

Norme in materia di retribuzione e contributi

“Sempre su proposta del Ministro dell’Economia Corporativa, il Consiglio dei ministri approva uno schema di decreto legge per la unità nella determinazione della retribuzione, per la unificazione dei contributi e per la riforma del libretto del lavoro.

“L’unità della retribuzione e l’unificazione dei contributi sono una antica aspirazione dei lavoratori e dei datori di lavoro che, nel quadro della politica sociale dello Stato Nazionale Fascista Repubblicano, deve trovare piena soddisfacimento.

“Quello che potrebbe sembrare un fatto esclusivo di organizzazione amministrativa, ha invece un profondo contenuto sociale e politico.
Bisogna semplificare la tanto complicata e complessa vita moderna eliminando le cause di attrito tra le classi sociali, creando nella organizzazione del lavoro ragioni di confidenza reciproca fra chi lavora e chi dirige il lavoro, togliendo alle provvidenze per i lavoratori ogni carattere di donazione o di beneficenza, con il dare ai provvedimenti il significato e il contenuto di un leale riconoscimento dei diritti di tutti quelli che lavorano volti ad accorciare le distanze e ad instaurare la vera giustizia sociale.

“Informato a questi concetti è il provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri con il quale si stabilisce:

1°) – Unità nella determinazione della retribuzione: intendendosi con questa dizione che i salari e gli stipendi corrisposti siano effettivamente il complesso di tutte le corresponsioni a cui il lavoratore abbia diritto, ad esclusione degli assegni famigliari e al netto di ogni contributo;

2°) – Unificazione dei contributi in un contributo unico, tanto per la parte a carico del lavoratore quanto per quella a carico del datore di lavoro, allo scopo di ottenere una notevole semplificazione nelle registrazioni contabili ed una più chiara ed immediata visione di quanto compete rispettivamente al lavoratore ed al datore di lavoro.

3°) – Libretto unico di lavoro, che deve rispecchiare la vita di tutti quelli che lavorano, in qualsiasi campo e di tutte le classi sociali e sostituire ogni altro documento riguardante la personalità del cittadino italiano.

“Successivamente il Consiglio dei ministri approva i seguenti provvedimenti:

– nomina del Commissario dell’Ente Zolfi Italiani,

– nomina di un Commissario per la gestione straordinaria di alcuni enti dipendenti dal Ministero dell’Economia Corporativa,

– collocamento a riposo di alcuni funzionari del Ministero dell’Economia Corporativa”.

Norme in materia fiscale

“Su proposta del Ministro delle Finanze, il Consiglio dei ministri approva alcuni provvedimenti di carattere tributario in materia di imposte dirette; provvedimenti che, mentre tendono ad incrementare le entrate dello Stato in dipendenza delle necessità contingenti, attuano in maniera ben manifesta quella che è sempre stata la politica fiscale del Governo Fascista. Viene migliorata, infatti, la condizione dei contribuenti con reddito minimo, salvaguardato l’interesse dei possessori di redditi derivanti dal solo lavoro; mentre, in compenso, coloro che beneficiano di una più elevata capacità contributiva, – specialmente se questa è in relazione alla congiuntura bellica – sono chiamati ad una maggiore contribuzione a favore dello Stato.

“I provvedimenti adottati, concernenti tutti i tributi già in vigore, sono i seguenti:

“1°) – Aumento delle aliquote delle imposte reali ordinarie – Per l’imposta sui redditi di ricchezza mobile il minimo imponibile viene portato da L. 2000 a L. 6000 e, nel contempo, vengono elevate di due punti le aliquote delle categorie A, B e C che restano così fissate rispettivamente al 26%, 20% e 18%. Per le categorie C2 e r – redditi derivanti dal solo lavoro – le aliquote rimangono invariate.

“Per l’imposta sui terreni e sui fabbricati l’aumento delle aliquote è limitato ad un punto.

“Per l’imposta sul patrimonio si eleva il minimo imponibile da L. 10.000 a L. 50.000, con aumento di aliquota per i patrimoni compresi tra L. 1.000.000 e 5.000.000 e per quelli superiori a 5.000.000. i patrimoni compresi tra L. 50.000 e L. 1.000.000 continuano ad essere tassati con la aliquota del 0,50%.

“2°) – Imposta complementare – Il minimo imponibile viene portato da L. 6.000 a L. 10.000 e viene opportunamente modificata la scala delle aliquote, proseguendo nella progressività anche per i redditi superiori al milione.

“In relazione allo sblocco delle aliquote, si stabilisce che i frutti dei titoli azionari concorrono a formare il reddito complessivo soggetto alla imposta, mentre per i redditi di lavoro classificati in categoria C2, i quali non eccedano le L. 60.000, viene introdotto il sistema della tassazione con rivalsa da parte del datore di lavoro; analogamente a quanto avviene attualmente per il tributo mobiliare, mediante l’applicazione dell’aliquota proporzionale dell’1,50%. I redditi di categoria C2 eccedenti le L. 60.000 vengono accertati e tassati unitamente agli altri redditi soggetti alla imposta complementare.

“3°) – Imposte straordinarie sui maggiori utili relativi allo stato di guerra – Vengono fissati i nuovi criteri per la determinazione del reddito originario che costituisce la base di commisurazione del sopraprofitto tassabile. Mentre con le norme sinora in vigore veniva considerato in linea di massima come reddito ordinario quello accertato per il 1938 nei confronti dei privati contribuenti e nel biennio 1937-38 per gli enti tassati in base al bilancio, il provvedimento attuale unifica il sistema di determinazione dell’anzidetto reddito ordinario ragguagliandolo, in ogni caso, all’8% del capitale investito.

“Tale disposizione ha effetto dall’anno 1943; per gli anni anteriori e cioè, dal 1939, epoca di inizio del tributo, al 1942, viene disposta una revisione straordinaria degli accertamenti, da eseguirsi con i criteri sopra accennati, salvo a procedere alla tassazione delle differenze tra i maggiori utili risultanti per ciascun anno e quelli già assoggettati alla imposta.

“4°) – Proroga dei termini – Vengono prorogati fino a 6 mesi dalla cessazione dello stato di guerra i termini di prescrizione e di decadenza fissati all’Amministrazione Finanziaria, per l’accertamento di tutte le imposte dirette e per la rettifica delle dichiarazioni presentate dai contribuenti.

“5°) – Commissione centrale per le imposte – Il Consiglio dei Ministri approva, infine, un provvedimento che, allo scopo di riattivare il funzionamento della Commissione Centrale per le imposte, riduce il numero delle sezioni che costituiscono tale Collegio consentendo anche una più larga scelta dei membri addetti alle varie sezioni”.

Norme per l’agricoltura

“Su proposta del Ministro dell’Agricoltura e Foreste il Consiglio dei Ministri approva i seguenti provvedimenti:

– schema di decreto relativo all’assunzione a carico dello Stato delle spese relative al funzionamento dell’Associazione Nazionale degli Enti Economici dell’Agricoltura, dei servizi speciali di controllo sui prodotti agricoli e dei disavanzi delle gestioni nazionali ammasso grano,

– schema di decreto relativo alla corresponsione di quote statali integrative del prezzo di alcuni prodotti agricoli e zootecnici,

– schema di decreto relativo alla unificazione presso l’Ispettorato Agrario Compartimentale di Roma dei servizi riguardanti la bonifica dell’Agro Romano”.

Sequestrate opere d’arte degli ebrei

“Su proposta del Ministro dell’Educazione Nazionale, il Consiglio dei ministri approva:

– uno schema di decreto recante norme sul sequestro conservativo delle opere d’arte di proprietà ebraica, allo scopo di evitare che queste possano andare disperse ed in attesa delle disposizioni che saranno adottate per i patrimoni degli ebrei.

“Il decreto sancisce l’obbligo da parte dei proprietari di presentare entro 15 giorni dall’entrata in vigore del decreto stesso una denunzia delle opere al Sopraintendente alle Gallerie competente per territorio e stabilisce contemporaneamente il divieto della alienazione a qualsiasi titolo di opere d’arte appartenenti a cittadini italiani di razza ebraica. Il decreto prevede infine a carico dei contravventori, la confisca delle opere non denunziate.

“E’ inoltre approvato uno schema di decreto recante modifiche all’ordinamento universitario circa le cariche di Rettore e di Preside di Facoltà”.

Norme in materia di comunicazioni

“Su proposta del Ministro delle Comunicazioni, il Consiglio dei ministri approva i seguenti provvedimenti:

– schema di decreto relativo al contratto di impiego e mercedi delle supplenti delle ricevitorie postali e telegrafiche,

– schema di decreto relativo alla sospensione dell’esercizio di autolinee durante lo stato di guerra.

“Allo scopo di contenere entro più ristretti limiti il consumo del carburante e soprattutto per le gomme, la cui disponibilità è fortemente diminuita in conseguenza della guerra, si è reso necessario disporre, e si potranno ancora ordinare sospensioni e riduzioni degli autoservizi di linea che presentino un interesse meno essenziale per le regioni attraversate.

– uno schema di decreto relativo alla declassificazione in tranvia della ferrovia S. Quirico – Madonna della Guardia concessa all’industria privata.

– Uno schema di decreto relativo alla trasformazione di navi e galleggianti.

“L’attuale limitata disponibilità di navi, di scali, di materiali e di mano d’opera rende assolutamente indispensabile, tenuto conto delle molteplici e inderogabili esigenze della Nazione in guerra, il controllo da parte della Marina Mercantile, sui lavori di trasformazione navali che, ove abbandonati, per il conseguimento di particolari e privati interessi, alla iniziativa individuale, potrebbero non solo sottrarre per un periodo di tempo più o meno lungo, al suo normale ed efficiente servizio un tonnellaggio attuale preziosissimo, ma ancora sostituire a quello esistente, un naviglio che, per tipi, caratteristiche e rendimento, potrebbe anche non corrispondere a quelle che sono le reali e maggiori esigenze del momento.

– uno schema di decreto relativo all’istituzione di un posto di assistente alla vigilanza presso l’amministrazione centrale della Marina Mercantile”.

Riorganizzazione Ministero Cultura Popolare

“Su proposta del Ministro della Cultura Popolare, il Consiglio dei ministri approva:

– uno schema di decreto relativo alla riorganizzazione dei servizi del Ministero della Cultura Popolare che vengono ad essere inquadrati nelle seguenti Direzioni Generali: Direzione Generale della Stampa e Radio interna, Direzione Generale della Stampa e Radio estera, Direzione Generale dello Spettacolo, Direzione Generale per lo Sport e il Turismo, Direzione Generale per gli Affari Generali, il Personale e i Servizi Amministrativi.

“E’ inoltre approvato uno schema di decreto relativo alla nomina di tre Direttori Generali, e di un Direttore generale incaricato”.

Martedì 30 novembre

La Stefani trasmette la seguente ordinanza di polizia:

“E’ stato diramato a tutti i capi delle Provincie per l’immediata esecuzione la seguente ordinanza di polizia:

“1)tutti gli ebrei, anche se discriminati, a qualunque nazione appartengano, residenti nel territorio nazionale debbono essere inviati in appositi campi di concentramento. Tutti i loro beni, mobili ed immobili, devono essere sottoposti ad immediato sequestro, in attesa di essere confiscati nell’interesse della Repubblica Sociale Italiana, la quale li destinerà a beneficio degli indigenti sinistrati dalle incursioni aeree nemiche;

“2)tutti coloro che, nati da matrimonio misto, ebbero, in applicazione delle leggi razziali italiane vigenti, il riconoscimento di appartenenza alla razza ariana debbono essere sottoposti a speciale vigilanza dagli organi di polizia.”


Note

50 ACS – PCM-RSI gab. 67

51 ACS – M. Cult. Pop. b.19

52 AMAE – RSI b. 23

53 Il 9 novembre è costituita l’UNRRA (United Nations Relief and Rehabilitation Administration) amministrazione delle Nazioni Unite per il soccorso e la ricostruzione al quale aderirono 44 nazioni per l’assistenza ai paesi colpiti dalla guerra con sede a Washington. L’Italia ottenne gratuitamente merci per 420 milioni di dollari. L’UNRRA cessò la sua attività alla fine del 1947.

54 Non è dato sapere se il secondo elenco annunciato sia stato pubblicato.

55 Igino Ghisellini è ucciso il 15 novembre. Si accerterà dopo che è stato ucciso per vendetta interna da elementi dello stesso partito. A Ferrara gli squadristi giunti per vendicarlo uccidono undici persone.