11 novembre

Tutti gli ebrei devono essere rinchiusi in campi di concentramento e i loro beni sequestrati in attesa di confisca. Il campo centrale è a Fossoli. Da Carpi partiranno i convogli per la deportazione nei lager.

Tutti gli ebrei in campo di concentramento. Lo dispone un’ordinanza di polizia diramata oggi a tutti i capi delle province – per l’immediata esecuzione – dal ministro dell’interno della Repubblica di Salò, Guido Buffarini Guidi.

Il provvedimento, il cui testo è stato trasmesso anche dall’agenzia Stefani e sarà pubblicato sui giornali di domani, prevede che “tutti gli ebrei, anche se discriminati, a qualunque nazione appartengano e comunque residenti nel territorio nazionale debbono essere inviati in appositi campi di concentramento. Tutti i loro beni, mobili ed immobili, devono essere sottoposti ad immediato sequestro in attesa di essere confiscati nell’interesse della Repubblica Sociale Italiana, la quale li destinerà a beneficio degli indigenti sinistrati dalle incursioni aeree nemiche”.

Al secondo punto l’ordinanza scrive: Tutti coloro che, nati da matrimonio misto, ebbero, in applicazione delle leggi razziali italiane vigenti, il riconoscimento di appartenenza alla razza ariana debbono essere sottoposti a speciale vigilanza dagli organi di polizia”.

Il campo di concentramento dove gli ebrei verranno deportati è il campo che un anno fa è stato attrezzato a Fossoli, quattro chilometri a nord di Carpi, 25 da Modena, come campo per i militari inglesi e americani fatti prigionieri in Africa. Il 9 settembre, un giorno dopo l’armistizio, è stato occupato dai tedeschi, che ne hanno fatto una base per le deportazioni in Germania, in Polonia e in Cecoslovacchia. Fra sei giorni, il 5 dicembre, la gestione passerà alla polizia di Mussolini, ma la direzione effettiva rimarrà ai tedeschi, che dal prossimo febbraio faranno partire dalla vicina stazione ferroviaria di Carpi i convogli per i campi di concentramento di Bergen Belsen e di Auschwitz1.

Il campo di concentramento di Fossoli vicino a Carpi

Il campo di concentramento di Fossoli vicino a Carpi

Nel primo convoglio, il prossimo 22 febbraio, ci sarà Primo Levi. “Il mattino del 21 si seppe” scriverà in Se questo è un uomo “che l’indomani gli ebrei sarebbero partiti. Tutti; nessuna eccezione. Anche i bambini, anche i vecchi, anche i malati. Per dove, non si sapeva. Prepararsi per quindici giorni di viaggio. Per ognuno che fosse mancato all’appello, dieci sarebbero stati fucilati…E venne la notte, e fu una notte tale che si conobbe che occhi umani non avrebbero dovuto assistervi e sopravvivere. Tutti sentirono questo: nessuno dei guardiani, né italiani né tedeschi, ebbe animo di venire a vedere che cosa fanno gli uomini quando sanno di dover morire.

“Ognuno si congedò dalla vita nel modo che più gli si addiceva. Alcuni pregarono, altri bevvero oltre misura, altri si inebriarono di nefanda ultima passione. Ma le madri vegliarono con dolce cura il cibo per il viaggio, e lavarono i bambini, e fecero i bagagli, e all’alba i fili spinati erano pieni di biancheria infantile stesa al vento ad asciugare; e non dimenticarono le fasce, e i giocattoli, e i cuscini, e le cento piccole cose che esse ben sanno, e di cui i bambini hanno in ogni caso bisogno. Non fareste anche voi altrettanto? Se dovessero uccidervi domani col vostro bambino, voi non gli dareste oggi da mangiare?

“L’alba ci colse come un tradimento; come se il nuovo sole si associasse agli uomini nella deliberazione di distruggerci. I diversi sentimenti che si agitavano in noi, di consapevole accettazione, di ribellione senza sbocchi, di religioso abbandono, di paura, di disperazione, confluivano ormai, dopo una notte insonne, in una collettiva incontrollata follia…

“I vagoni erano dodici, e noi seicentocinquanta…Ecco dunque, sotto i nostri occhi, una delle famose tradotte tedesche, quelle che non ritornano, quelle di cui, fremendo e sempre un poco increduli, avevamo così spesso sentito narrare. Proprio così, punto per punto: vagoni merci, chiusi dall’esterno, e dentro uomini donne bambini, compressi senza pietà, come merce di dozzina, in viaggio verso il nulla, in viaggio all’ingiù, verso il fondo”.

Gli ebrei italiani arrestati e deportati saranno 6807; arrestati e morti in Italia 322; arrestati e scampati 451; arrestati, deportati, morti nei lager 5791.

Trentacinquemila gli ebrei che si salveranno. Cinquecento fuggiti nell’Italia meridionale sotto controllo angloamericano; cinque-seimila rifugiati in Svizzera; gli altri – 29 mila circa – vivranno in clandestinità, nelle campagne, nelle città, presso famiglie amiche, nei conventi cattolici. Molti parteciperanno alla Resistenza; un centinaio morirà in combattimento; cinque riceveranno una medaglia d’oro alla memoria.


1 Nel 1947 l’Opera dei Piccoli Apostoli fondata da don Zeno Saltini occupò l’ex campo di concentramento di Fossoli e ne fece una città chiamata Nomadelfia. Nel 1950 nacque un “Movimento per la fraternità umana”, che trovò ostilità in ambienti ecclesiastici e di governo. Nel 1952 il Santo Uffizio ordinò a don Zeno di lasciare Nomadelfia e i nomadelfi si trasferirono nel Grossetano in una tenuta di diverse centinaia di ettari da bonificare, donata da Maria Giovanna Albertoni Pirelli. Nel 1961 don Zeno ebbe dalla Chiesa il permesso di tornare a Nomadelfia, che fu eretta in parrocchia. Qui morì nel 1981.
Per saperne di più su Nomadelfia il sito della comunità è www.nomadelfia.it (in particolare si veda la sezione “Storia”).

Nel 1996 il Comune di Carpi ha costituito la “Fondazione ex Campo Fossoli” con lo scopo di conservare, recuperare e valorizzare l’ex campo di concentramento e di promuovere la ricerca storico-documentaria delle sue diverse fasi di occupazione.


Con la collaborazione di Franco Arbitrio