29 agosto

Conclusa la liberazione della Sicilia il capo del governo di occupazione, l’italo americano Charles Poletti, ex governatore di New York, affida il potere amministrativo dell’isola a esponenti della mafia e si circonda, come consulenti, di mafiosi fuggiti a suo tempo negli Usa.

Il tenente colonnello dell’esercito americano Charles Poletti ha nominato oggi il nuovo sindaco di Palermo e sta completando la nomina dei sindaci della provincia e delle città più importanti della Sicilia. Poletti è il capo dell’Amgot, l’Allied military governement of occupied territories1, l’organo deciso alla conferenza di Casablanca il 24 gennaio scorso2 per l’amministrazione dei territori via via liberati dalle forze alleate.

La Sicilia è libera da dieci giorni; non ci sono più tedeschi e italiani in armi e sono passati solo 39 giorni dallo sbarco angloamericano, cominciato la notte fra il 9 e il 10 luglio. Designato da Dwight Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate, è governatore militare dell’isola il generale inglese Sir Harold Alexander. Per sancire il regime di occupazione militare Alexander ha emesso tre proclami; il primo per dichiarare nulli i poteri del regno d’Italia e per sciogliere il Partito fascista; il secondo per garantire il mantenimento dell’ordine pubblico e la sicurezza dei militari alleati; il terzo per stabilire la circolazione monetaria, con l’accettazione in pagamento delle valute inglese e americana e delle “am-lire”, la valuta di occupazione stampata negli Stati Uniti3. I tre proclami sono sui manifesti affissi sui muri delle città e dei paesi, sono stati pubblicati sul quotidiano “Sicilia liberata”, che dal 6 agosto il Pwb4 ha fatto uscire a Palermo al posto del fascista “Giornale di Sicilia”, e letti da Radio Palermo, il cui coordinamento redazionale è stato affidato a un giovane sergente ebreo di origine russa, Mikhail Kamenetzki5.

Come capo dell’Amgot il tenente colonnello Poletti deve occuparsi degli affari civili; soprattutto a
cqua, energia elettrica, cibo. Aldo Charles Poletti è nato nel 1903 a Barre nel Vermont, lo stato americano ai confini col Canada, figlio di Dino Poletti, originario di Pogno in provincia di Novara e immigrato negli Stati Uniti alla fine dell’800. Nel 1924 si è laureato a Harvard e con una borsa di studio ha poi frequentato le università di Roma e di Bologna, rafforzando le sue conoscenze della lingua italiana. Tornato a New York, promosso avvocato, si è avvicinato alla politica ed è diventato assistente di molti esponenti del partito democratico¸ anche del governatore dello stato di New York, Herbert Lehman, come suo vice nel 1942 e poi, dopo le sue dimissioni, al suo posto. Governatore solo per 29 giorni, ma in Italia tutti lo chiamano l’ex governatore di New York6.

Poletti nomina sindaco di Palermo Lucio Tasca e con lui i sindaci dei 62 comuni della provincia. Giuseppe Genco Russo sarà soprintendente all’assistenza pubblica, Vincenzo Di Carlo sarà responsabile dell’ammasso e della distribuzione del grano; questo è un compito pesante, perché la razione giornaliera di pane è soltanto di \50 grammi. Tutti i nomi glieli suggerisce don Calogero Vizzini, che non ha voluto incarichi di valore; solo quello di sindaco di Villalba, sua città natale e suo feudo, poco più di mille abitanti in provincia di Caltanissetta. Gli ha consigliato anche, come interprete, suo nipote, Damiano Lumia.

Don Calogero Vizzini (tutti lo chiamano Don Calò) è nato nel 1877; ha quindi 66 anni. Due fratelli sono preti, uno è vescovo di Noto e docente negli atenei pontifici. Lui ha preferito esperienze diverse. Privo di licenza elementare, si è unito a Francesco Paolo Varsallona, che esercitava il furto e il contrabbando di bestiame e imponeva ai proprietari terrieri il pagamento della “protezione”. Nel 1902 è stato imputato di rapina, ma assolto per insufficienza di prove; nel 1903 imputato per associazione per delinquere insieme a Varsallona, ma assolto per insufficienza di prove; nel 1904 imputato di truffa, corruzione e omicidio (20 anni richiesti dal pm), ma scagionato per gli alibi offerti da alcuni amici. Nel 1908 ha acquistato una parte di un grosso feudo locale grazie alla cassa rurale che era presieduta da suo zio, e successivamente è divenuto uno dei principali azionisti della solfara Gessolungo, nei pressi di Caltanissetta7.

Giuseppe Genco Russo è nato a Mussomeli nel 1897; ha 46 anni, venti meno di Calogero Vizzini; quasi un figlio; sicuramente un suo sodale. Negli anni Trenta è stato processato più volte per omicidio pluriaggravato ed estorsione, ma sempre assolto per insufficienza di prove. Nel 1931 è stato condannato a sei anni di carcere, ma ha scontato soltanto tre anni, perché la pena è stata commutata in libertà vigilata, poco dopo revocata per buona condotta. Nel 1927 il questore di Caltanissetta ha scritto in un rapporto giudiziario che Genco Russo era «amico di pregiudicati pericolosi […] capace di delinquere e di turbare col suo operato la tranquillità e la sicurezza dei cittadini» ed inoltre si era creato una posizione economica «col ricavato del delitto e con la mafia».

Don Calò e Genco Russo fanno parte, così come tutti i siciliani cui sono state affidate dall’Amgot responsabilità amministrative locali, di quella società mafiosa che è stata combattuta con brutale efficacia dal fascismo e che il prefetto Mori8 non ha distrutto ma reso inattiva, costringendo parecchi personaggi di rilievo ad emigrare negli Stati Uniti. Alcuni di loro, diventati cittadini statunitensi, sono tornati con le truppe americane e hanno non ufficiali compiti di consulenza intorno all’Amgot: come Vito Genovese e Albert Anastasia; uno di loro, Lucky Luciano9, è considerato un consigliere personale dello stesso Poletti. Sono stati combattuti dal fascismo e si presentano quindi come antifascisti, anche se culturalmente non lo sono.

Diverso è il caso del sindaco Tasca. La sua famiglia ha avuto sempre una posizione sociale che le ha permesso di convivere con la mafia senza esserne coinvolta. Lucio Tasca è nato a Palermo nel 1880 ed è figlio di Giuseppe Mastrogiovanni Tasca Lanza, per tre volte sindaco di Palermo tra gli anni 1901 e 1907 e senatore del regno nel 1902; dal padre ha ereditato il titolo di conte d’Almerita. Laureato in giurisprudenza a Roma, volontario nella prima guerra mondiale, si è dimostrato un latifondista illuminato e moderno. Promotore della meccanizzazione agricola, la sua azienda di Regaleali è divenuta un modello. Ha vinto due volte il premio per la migliore azienda agricola siciliana e tre volte il premio nel concorso provinciale per la battaglia del grano.
Lucio Tasca è uno dei maggiori esponenti del movimento separatista. E’ autore di un manifesto clandestino dal titolo “La Sicilia ai siciliani” e di un saggio, “Elogio del latifondo siciliano”, che è una delle bandiere del separatismo.

Grandi proprietari terrieri, esponenti della vecchia società mafiosa e anche qualche intellettuale sono tutti uniti, sia pure con motivazioni diverse, per fare dell’isola uno stato indipendente o, per alcuni, addirittura uno stato degli Stati Uniti d’America. Il movimento è nato clandestinamente Comitato per l’indipendenza della Sicilia, presieduto da Andrea Finocchiaro Aprile10, e sta ora presentandosi alle autorità alleate in veste ufficiale e con un peso consistente11.


1Con l’avanzata delle truppe alleate nell’Italia continentale e con la progressiva restituzione dei territori al governo italiano, il 10 gennaio del 1944 l’Amgot diventerà Amg (cioè senza le parole “occupied territories”); poi sarà sostituito l’11 febbraio dalla Commissione alleata di controllo (Acc), che diventerà poi Ac (Commissione alleata).

2Si veda la giornata del 24 gennaio. A Casablanca Roosevelt e Churchill decisero lo sbarco in Sicilia.

3Per le am-lire si veda più sotto in “29 agosto-Di più”

4Il Pwb, Psychological Warfare Branch, traducibile come “organo per la guerra psicologica”, fu un organismo creato dal Comando generale delle forze alleate (Afhq, Allied Forces Headquarters) per gestire e controllare i mezzi di comunicazione in Italia: stampa, radio e cinema. Operò dallo sbarco alleato in Sicilia fino al 31 dicembre 1945, quando terminò l’amministrazione alleata degli ultimi territori italiani. Ne facevano parte giornalisti inglesi e statunitensi, con preferenza per professionisti che avevano lavorato in Italia o erano di origine italiana.

5Mikhail Kamenetzki è conosciuto come Ugo Stille. Era nato in Russia nel 1919 da una famiglia di religione ebraica, che si trasferì prima in Lettonia e poi in Italia. Studiò a Roma, dove frequentò intellettuali, fra i quali Lucio Lombardo Radice, e giovani antifascisti, fra i quali Giaime Pintor. Per scrivere usò uno pseudonimo: Ugo dal giurista siciliano Ugo Natoli e Stille per un errore di traduzione da un brano di Rainer Maria Rilke (“Stille” non come “quiete” ma come cognome). Per sfuggire alle leggi razziali del 1938 Mikhail, chiamato col diminutivo Misha, nel 1941 si rifugiò con la famiglia negli Stati Uniti grazie a un visto fattogli ottenere da Giovanni Battista Montini, il futuro papa Paolo VI. Si stabilì a New York, prese la cittadinanza americana e si arruolò nell’esercito; come sergente prese parte allo sbarco in Sicilia e a Palermo ebbe l’incarico di dirigere l’emittente radiofonica creata dagli alleati, dove chiamò alcuni giovani giornalisti italiani, fra cui Salvatore Riotta, padre di Gianni Riotta. Seguì poi l’esercito americano a Napoli e a Milano e dopo la fine della guerra tornò negli Stati Uniti, dove divenne il corrispondente del “Corriere della sera”, di cui fu nominato direttore nel 1987, trasferendosi a Milano con la moglie Elisabeth e il figlio Alessandro. Lasciò l’incarico nel 1992 e tornò a New York, dove è morto nel 1995.

1Dopo Palermo Charles Poletti passò a Roma e poi a Milano, dove fu nominato governatore della Lombardia, ma solo il 30 aprile del 1945, quando la guerra stava per finire. Poletti ha ricevuto la Legion of Merit per il suo servizio in Italia. Nel 1945 ha ricevuto l’ Ordine di San Gregorio Magno da Papa Pio XII . Nello stesso anno il governo italiano lo ha nominato Cavaliere di Gran Croce (della Corona d’Italia). E’ morto nel 2002 a 99 anni.

7) on Calò è morto a Villalba nel 1954. Al funerale vennero lette queste frasi commemorative: “Calogero Vizzini, con l’ abilità di un genio, innalzò le sorti del distinto casato… operando sempre il bene e si fece un nome apprezzato/ in Italia e fuori… Fu un galantuomo “. Un anno prima l’”Avanti” scrisse che Vizzini in società con Lucky Luciano nel 1949 possedeva a Palermo una fabbrica di confetti e dolciumi in cui si nascondeva droga e che esportava in Usa, Francia, Germania, Canada, Messico. La fabbrica fu subito chiusa.

8Cesare Mori, nato a Pavia nel 1871, prefetto dal 1920, fu inviato in Sicilia prima come prefetto di Trapani, poi di Palermo, nel 1925, per combattere, su formale incarico di Mussolini, il fenomeno mafioso, munito di poteri straordinari e competenza estesa a tutta l’isola. Per quattro anni, fino al 1929, Mori, che non per nulla fu chiamato il “prefetto di ferro”, esercitò una repressione durissima, anche con metodi illegali come torture dei detenuti e cattura di ostaggi fra i civili. I risultati furono ampiamente positivi; la mafia perse quasi tutto il suo potere e molti mafiosi lasciarono la Sicilia per rifugiarsi negli Stati Uniti. Prima di terminare la sua opera e dopo sconcertanti episodi di incriminazione di alti personaggi, nel 1930 Mori fu improvvisamente esonerato dall’incarico, venendo “premiato”con la nomina a senatore.

9Anastasia (nato Umberto Anastasio, Tropea 1902-New York 1987), Genovese (chiamato Don Vitone, Tufino1897, morto in prigione nel 1969) e Luciano (all’anagrafe americana Charles Luciano, nato Salvatore Lucania, Lercara Friddi 1897– Napoli 1962), sono stati tutti importanti esponenti della Cosa Nostra americana, capi delle “famiglie” responsabili di traffici di alcol ai tempi del proibizionismo e poi di stupefacenti e con ciò autrici di numerosi omicidi. Luciano prese il nome di “lucky” (”fortunato”), perché nel 1929 riuscì a salvarsi con la gola squarciata, dopo essere stato accoltellato e lasciato, creduto morto, sulla piaggia di Staten Island.

10Andrea Finocchiaro Aprile è nato a Lercara Friddi nel1878, figlio di Camillo, ministro della giustizia nel governo Fortis del 1905; docente di storia del diritto all’università di Ferrara e di Siena, fu eletto deputato alla Camera nel 1913 come liberale e rieletto nel 1919 con la lista demo sociale; sottosegretario alla guerra nel primo governo Nitti e alle finanze nel secondo; nel 1924 si presentò nelle liste dell’Unione nazionale di Giovanni Amendola e non fu rieletto. Si ritirò nel 1925 dalla politica attiva e tornò all’avvocatura, esercitando a Roma e barcamenandosi col regime fascista. E’ rientrato in politica nel giugno 1943, pochi giorni prima dello sbarco degli alleati in Sicilia, pubblicando a Palermo un appello con un “Comitato d’Azione” per la resistenza passiva contro l’Italia fascista, comitato che diventerà il nucleo originario del Mis, il Movimento Indipendentista Siciliano, che nel 1944 arrivò a contare quasi mezzo milione d’iscritti, senza però allearsi ufficialmente con l’Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia (Evis), nato in quello stesso anno come formazione militare clandestina intesa a sabotare con azioni di guerriglia il governo italiano. Nel 1944 fu arrestato per ordine del governo Bonomi; ritornò libero nel 1945, ma, nell’ottobre dello stesso anno, fu nuovamente arrestato ed inviato al confino politico a Ponza, dove rimase fino al marzo del 1946. Nel giugno dello stesso anno fu eletto all’Assemblea costituente nella lista del Movimento indipendista siciliano con 171 mila voti e altri tre candidati. Il Movimento si sciolse nel 1951 e Finocchiaro si ritirò dalla politica attiva. Morì a Palermo nel gennaio del 1964

11Dopo la fine della guerra e la partenza degli americani tramontò ogni progetto di indipendenza della Sicilia. La mafia aveva tuttavia riconquistato il suo potere, che riprese ad esercitare, schierandosi in quegli anni al fianco della Democrazia cristiana e contro il comunismo.


29 agosto – Di più

Le am-lire sono la valuta (Allied military currency) che l’Amgot mise in circolazione in Italia dopo la sbarco in Sicilia. Il valore era di 100 am-lire per un dollaro americano. I tagli erano da 1, 2, 5 e 10 lire, di forma quadrata, e da 50, 100, 500 e mille lire di forma rettangolare come il dollaro. Tutti i biglietti riportavano sul retro, in inglese, le quattro libertà dichiarate del presidente Roosevelt nel suo “Stato dell’unione” del 6 gennaio 1941 e poi entrate della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo adottata il 10 dicembre 1948 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite: “freedom of speech”, “freedom of religion”, “freedom from want” e “freedom from fear”.

1_AM_Lire_1943

am-lira

Le am-lire furono dichiarate valuta legale dal governo Badoglio il 24 settembre 1943. Cessarono di essere moneta di occupazione il 12 dicembre del 1946, ma continuarono a essere usate insieme alla moneta normale fino al 30 giugno 1950, quando furono dichiarate fuori corso.